Qual è il futuro del Made in Italy?
- Dra. Marcella Ribeiro
- 29 gen
- Tempo di lettura: 2 min
Negli ultimi anni, il settore del lusso ha vissuto una percezione di svalutazione, soprattutto tra i più giovani, come la Generazione Z, che spesso mettono in discussione i prezzi elevati, giudicandoli poco accessibili. Questo atteggiamento ha contribuito in parte a favorire le contraffazioni, creando un mercato parallelo che svaluta il vero significato del lusso. Tuttavia, chi consuma lusso autentico comprende profondamente il suo valore, frutto di ricerca, qualità, e tradizione, e non mette in dubbio le eccellenze che lo caratterizzano perché capiscono le sue realtà.
Il Made in Italy da anni lavora per la qualità e si batte per il suo miglioramento ambientale e sociale, sempre al passo con la legge e le nuove normative.È fondamentale sottolineare la differenza con il Fast Fashion, un settore che, nonostante la sua accessibilità, presenta problematiche ben più profonde e strutturali (ha problemi ben più grandi e non porta risultati concreti in termini di miglioramenti in ambito sociale e ambientale). Il Fast Fashion è noto per il suo impatto negativo a livello ambientale, sociale e umano: produzione di massa, sfruttamento della manodopera, e un’impronta ecologica devastante. Questi modelli produttivi, sebbene economici, non offrono miglioramenti concreti né per l’ambiente né per le comunità coinvolte, risultando insostenibili nel lungo termine
Il Made in Italy, invece, rappresenta un esempio virtuoso nel panorama mondiale. Da anni, il nostro sistema produttivo lavora non solo per garantire standard qualitativi elevatissimi, ma anche per promuovere un miglioramento continuo in ambito sociale e ambientale. Grazie a una filiera controllata, artigianalità e innovazione tecnologica, i prodotti Made in Italy coniugano tradizione e sostenibilità, rispettando normative sempre più stringenti e anticipando i trend globali.
L’eccellenza italiana si distingue per l’attenzione ai dettagli, l’utilizzo di materiali pregiati e un approccio etico alla produzione, dimostrando come lusso e sostenibilità possano coesistere.

Dott.ssa Marcella Ribeiro
e con lode al Dott.ssa Stefania Gallo (Fashion Law Italia)
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